Lo studio arriva direttamente dall’Università di Bologna dove il docente di Storia medievale e dell’alimentazione, dottor Massimo Montanari, ha spiegato che mangiare non è una semplice azione quotidiana: è in realtà molto di più.
Si tratta infatti di una vera e propria esperienza, tra l’altro assai coinvolgente, che diventa automaticamente espressione del nostro rapporto con il corpo.
In pratica ciò che mangiamo è parte di noi stessi.
Insomma, mangiare non è solo sopravvivere: è proprio una parte (importante) della cultura di un popolo e della sua storia.
Anche se la società moderna ha usato una serie di classificazioni alimentari (vegani, vegetariani, onnivori, ecc), che sono servite soltanto a moltiplicare i tabù sul cibo, la ricerca di Montanari punta più in alto.
La sua indagine, infatti, punta tutto sulla genetica e sulla psiche.
Il cibo insomma diventa addirittura un parametro di giudizio: quante volte avete sentito giudicare una persona come intelligente, poco attraente o addirittura cattiva per non avere delle corrette abitudini a tavola?
Anche le motivazioni alla base dei nostri acquisti al supermercato sarebbero collegate a questa teoria, che poi si rifà senza dubbio alle teorie sulla struttura della personalità elaborate da Sigmund Freud. Di tipo freudiano sarebbe, per esempio, l’intima relazione esistente tra cibo, sesso e aggressività. Come il bimbo succhiando dal seno materno sperimenta per la prima volta il piacere dei sensi, l’adulto trova soddisfazione in cene pantagrueliche.
Vivere è facile, vivere bene è meglio.
La Ludo
Fonte: https://www.focus.it/comportamento/psicologia/dimmi-cosa-mangi-e-ti-diro-chi-sei